Disturbi alimentari, istinti suicidi e autolesionismo: sono queste le prime tre grandi emergenze esplose a seguito della pandemia da Covid-19. Le vittime sono soprattutto bambini e adolescenti. Dopo che le Istituzioni, il mondo scientifico e le associazioni hanno più volte lanciato l’allarme, ora la verità emerge da una ricerca scientifica. A metterla nero su bianco, attraverso il primo studio su scala nazionale “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi”, sono stati i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.

Gli studiosi hanno analizzato gli effetti della pandemia su tre diversi gruppi di giovani: coloro che non avevano mai sofferto di alcun problema di salute mentale, così da verificarne l’eventuale insorgenza, chi era già affetto da disturbi neuropsichici, per controllarne l’eventuale peggioramento e i giovani con disabilità o disturbi neuropsichici molto gravi che, durante le fasi più critiche dell’emergenza sanitaria, hanno dovuto interrompere in modo parziale o totale i trattamenti in corso. I ricercatori hanno tenuto conto anche delle diverse fasi dell’emergenza sanitaria, dal lockdown totale, all’estate quasi priva di restrizioni, fino al periodo compreso tra gennaio e novembre 2021.

Sono i disturbi alimentari l’emergenza numero uno. Disturbi sui quali le Istituzioni continuano a porre grande attenzione, a partire dall’ultima Legge di Bilancio che ha previsto l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), individuando un’area specifica dedicata ai DCA (le cui prestazioni sono attualmente inserite nell’area della salute mentale) e l’istituzione, presso il Ministero della Salute, del Fondo per il contrasto dei DCA, con una dotazione di 25 milioni in due anni. A distanza di 5 mesi, affinché l’attenzione potesse restare alta, ho personalmente depositato un’interrogazione parlamentare in cui ho chiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, quanto tempo si dovrà ancora aspettare affinché si comincino ad investire le risorse già stanziate per il 2022 e si proceda all’aggiornamento dei LEA.

Intanto, dalle Istituzioni locali arrivano alcuni segnali positivi. Dopo l’apertura del primo centro pubblico per la cura dei disturbi del comportamento alimentare del Lazio, inaugurato a Roma nel presidio Asl di Santa Maria della Pietà, anche in Calabria ha aperto i battenti una struttura residenziale pubblica, la prima della regione.